La gattina che doveva vivere

Di Diana Macchitella *

Era nata in una casa con giardino, da una scappatella occasionale, in un giorno di sole d’ estate, lì in un angolo appartato sotto una siepe. La sua giovane mamma forse non aveva neanche capito bene quando si era ritrovata la sua creaturina tutta nera davanti agli occhi…l’aveva allattata con amore, ma era intervenuto l’uomo a strappargliela!Il padrone di casa non si era intenerito di fronte alla dolcezza della nuova vita e non erano servite nemmeno le richieste dei suoi figli che, attratti dalla bellezza della piccina, gli avevano insistentemente chiesto di tenerla…Nella notte aveva preso l’auto, si era inserito nel traffico della grande città e, ricordando di aver sentito parlare di una colonia felina, aveva gettato il fagottino tutto pelo, infilato in un sacco della nettezza urbana, ai piedi di una grande piramide che da secoli dominava la notte romana.Era già freddo sul finire dell’estate, la notte era buia, nonostante le luci, mille pericoli in agguato per una giovane vita…Un tonfo ovattato, il sacco nero era caduto sulle pietre secolari avvolte dall’erba ed era rimasto inerte…Il silenzio dominava la colonia, i mici sonnecchiavano, ma alcuni ancora vegliavano e si erano incuriositi al sentire il rumore nell’ombra. Erano accorsi ed avevano notato che nella plastica qualcosa piano, piano si muoveva. Le narici ben aperte, ne avevano catturato l’odore: un gatto come loro! Avevano capito: tante storie nel rifugio erano di abbandono, di auto che improvvisamente lanciavano da uno sportello aperto un corpicino sulla strada e scomparivano nella notte…Si udivano i rumori della città ingigantiti dal buio, nel fresco molti i predatori in agguato, uccelli, mammiferi e l’Uomo, che già aveva colpito!Rimasero tutta la notte accanto a quel piccolo essere, che non si sentiva nemmeno respirare, in attesa della luce del giorno e del loro Angelo custode, la signora che da anni li proteggeva.Sarebbe arrivata nella mattina di sole, un po’ nebbiosa, avrebbe aperto il grande cancello di ferro, avrebbe portato la speranza fra di loro, come sempre!Furono ore interminabili, nel freddo, nell’oscurità e nel timore che potesse accadere ancora qualcosa, ma i quattro gattoni non si allontanarono, vegliarono con amore.Quando il sole riuscì a diradare la nebbiolina d’argento ed il cancello si aprì, corsero incontro alla loro speranza, con ripetuti richiami riuscirono a farle capire che c’era qualcosa di nuovo e di importante, la guidarono con sicurezza fino a che lei comprese.Furono allora cure, calore e cibo, la piccolina nera era sporca, infreddolita, aveva bisogno di nutrimento ed amore.Sopravvisse alla brutta avventura e fu chiamata Lucky, la fortunata! Aveva avuto la grande fortuna di trovare, dopo la brutalità umana, la bontà dei suoi simili e della dolce signora della Piramide!Ora Lucky è in una famiglia che l’ha accolta con affetto, che l’ha voluta, l’ha scelta e rimarrà per sempre il simbolo della vita e dell’amore, l’amore grande per tutte le creature.

Diana Macchitella

06/10/2008

* Diana è risultata vincitrice del concorso "I Corti di Carta Illustrati" con "La Gattina e la Bambina", libro che potete trovare nelle fumetterie italiane e in altri punti vendita in tutta Italia.

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