Musetta

Di Franca 

Musetta era proprio una brava mammina. Tutta la famigliola se ne stava tutto il giorno rintanata nel trasportino.La mammina spesso usciva per prendere una boccata d'aria ma tornava sempre in tempo per la poppata dei piccoli. Era il 15 marzo, l'ora di pranzo, Musetta era uscita già da un po', l'ora della pappa si avvicinava, ma Musetta non si vedeva. Strano! Io lavai i piatti, sistemai la cucina e mi preparai per uscire. Intanto si erano fatte le tre del pomeriggio, ma Musetta ancora non tornava. Quando uscii e svoltai a destra mi si presentò una visione raccapricciante!Un gatto bianco e nero e con una ferita sulla testa giaceva privo di vita in una scatola! No! Non poteva essere la mia Musetta! No! E invece sì! Era proprio lei! Una macchina l'aveva investita proprio quando tornava per dare da mangiare ai suoi piccolini! Ero disperata! Corsi in casa urlando! Oltre che il dispiacere per la morte della cara Musetta, c'era il pensiero di nutrire i cuccioli di appena 15 giorni! Come avrei fatto? Mi precipitai subito a comprare un biberon per gattini e il latte adatto per la loro alimentazione, ma non ci fu modo di convincerli a succhiare il latte dal biberon. Allora andai a comprare una siringa per iniettare il latte in gola ad ognuno di loro. Ma non ci riuscii nemmeno con questo sistema. I gattini erano troppo piccoli ed era una sofferenza cercare di aprire quelle boccucce. Quando poi iniettavo il latte, lo ributtavano fuori e miagolavano disperatamente.Passai una nottata tremenda, senza dormire, con la visione di quei poveri gattini che sarebbero a poco a poco morti di fame senza poter fare niente. Ricordo a un certo punto di essermi alzata, di essermi seduta con loro tre in braccio. Li tenevo sulle mie ginocchia, li accarezzavo e sentivo un grande senso di impotenza nei loro confronti.La mattina ne parlai con una signora che mi disse che Sissi, la gatta di una nostra vicina di casa, aveva da poco partorito e mi suggerì di chiedere alla padrona di provare a portarle i miei cuccioli. Così feci. La padrona di Sissi acconsentì, io portai i gattini insieme agli altri e la gatta li accolse tutti quanti, senza distinzioni. Furono nutriti tutti insieme, i figlioletti naturali e quelli adottivi e, quando circa venti giorni dopo, andai a riprenderli, trovai tre bei gattini molto vivaci, curiosi e giocherelloni. Uno dei tre – Brufolo – fu regalato a un amico.Gli altri due hanno ormai tre anni, sono dei gattoni grandi e grossi. Il maggiore lo chiamai MUSETTINO perché assomigliava molto alla povera mamma, l'altro lo chiamai ACHILLE.

Franca

 

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