Kubrik

Di Annarita Pancini.*

I primi anni di vita di Kubrik, sono trascorsi sereni in una famiglia che gli ha dato tutto quello che lui potesse desiderare:una vita comoda in casa, controlli periodici regolari, affetto; tutto quello che un micio fortunato possa avere nel corso della sua esistenza. Un giorno però succede qualcosa di brutto: per qualche strano motivo kubrik viene portato al Gattile di Piacenza con la scusa che, per un grave problema familiare, non può più vivere in quella casa. Il trauma dell'abbandono, la mancanza di quell' essere umano che per anni ha rappresentato per lui il suo punto di riferimento, il "soggiorno obbligato" in un posto nuovo con altri gatti con cui non è facile andare d'accordo, si ripercuotono sulla sfera emotiva di Kubrik in modo preoccupante: non si alimenta più. I volontari del gattile, angeli con l'aspetto di persone comuni, insieme ai veterinari, riescono gradatamente a farlo mangiare, ma Kubrik è triste, gli manca l'affetto e il calore delle persone che l'avevano cresciuto. Io e mio marito volevamo un gatto e dopo averne parlato insieme abbiamo deciso che, invece di prenderne uno cucciolo, magari da qualche amico che li voleva regalare, ne avremmo adottato uno adulto abbandonato. Prima di visitare il Gattile di Piacenza, ci siamo documentati sull'adozione tramite il loro sito internet e guardato le foto di alcuni gatti ospiti lì. Kubrik mi ha colpito subito, col suo sguardo malinconico e quel muso pacioccoso e coccolone: avevo scelto il mio gatto. Quando l'ho incontrato non ho fatto altro che confermare la mia decisione, era lui il nuovo componente della nostra famiglia. Così dopo i colloqui e le pratiche burocratiche arriva il giorno in cui vado con il mio trasportino a prendere Kubrik; firmo le varie documentazioni e appoggio la gabbietta a terra con lo sportello aperto. Sotto gli occhi dei volontari e dei veterinari, Kubrik entra di sua spontanea volontà, come se sapesse che una famiglia lo aspetta per volergli bene. Lo porto a casa e lui si ambienta subito: mi segue ovunque e senza timore, annusa dappertutto ed esplora con tranquillità il suo nuovo territorio; è come se avesse sempre vissuto nella nostra abitazione. Tutti gli vogliono bene, ma tra me e Kubrik si crea un legame speciale, forte: come io ho scelto lui, lui ha scelto me. Arriva l'estate e con essa le vacanze, partiamo per il mare e ovviamente Kubrik viene con noi; là si diverte a salire sulle palme e  sonnecchia rilassato sotto l'ombra degli arbusti di ibiscus. Intanto i mesi scorrono tranquilli, arriva l'autunno, poi il Natale con le sue luci e i suoi addobbi e Kubrik gioca divertito con i campanellini appesi all'albero. Passa anche l'inverno senza che accada niente di straordinario,  fino ad arrivare al 5 aprile 2008, un giorno che doveva essere normale, come tutti gli altri. Usciamo di mattina per andare al lavoro, salutiamo il nostro gattone che come sempre ci guarda mentre andiamo via, e quando la sera rientriamo Kubrik non c'è. E' sempre lì, ad aspettarci, rincorre la macchina a volte, oppure è già vicino alla porta che fa le fusa mentre noi scendiamo per aprire. Niente. Quella sera maledetta del 5 aprile Kubrik non c'è. Strano, pensiamo noi, non ha mai mancato un appuntamento. Lo chiamiamo, lo cerchiamo ma lui non c'è; fino a notte fonda continuiamo a chiamarlo e a gironzolare nei dintorni, ma di Kubrik niente tracce, lasciamo una finestra aperta perchè se torna, almeno riesce a farsi sentire. Riprendiamo le ricerche subito la mattina del giorno dopo, in ogni luogo, nei cassonetti dell'immondizia, nei canali, nei campi adiacenti alla nostra casa; Kubrik sembra essersi dissolto nel nulla. E' successo qualcosa, non si è mai allontanato da casa. Attacco volantini con la sua foto nel raggio di 800 mt.dalla nostra abitazione, nei supermercati, nei paesi vicini, vado in comune a denunciare la scomparsa, viene pubblicato un appello sul nostro quotidiano locale, l'Associazione Animali persi e ritrovati inizia le ricerche....silenzio. Nessuno sa o ha visto niente. Nessuno sa dirmi se Kubrik è vivo o morto. Sono passati un mese e 12 giorni e io lo sto ancora cercando, a volte mi sembra di non aver fatto abbastanza; tutti mi dicono :" Mettiti l'anima in pace, ormai è passato troppo tempo...." NO!!! Non voglio arrendermi e pensare di non vederlo mai più, mi manca da morire è un nodo in gola che non si scioglie e una ferita al cuore che non si chiude. Cosa gli sarà successo? Starà bene? Preferisco pensare che l'abbia preso qualcuno che ama gli animali, che lo trattino bene e gli diano quello che si merita. Ma se anche fosse così, perchè proprio il mio gatto? Perchè non adottarne uno come ho fatto io ? Perchè lasciarmi con mille domande e la disperazione di non sapere dov'è? Io credo nei miracoli e nella bontà divina. Se Kubrik è vivo, prego che torni da noi. Non voglio niente, non chiedo niente; voglio solo il mio adorato gatto. Qualcuno penserà che sono matta, stupida o che ci sono "cose più importanti" a cui pensare,  ma l'affetto di un animale è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell'amicizia con una creatura umana. Io ti aspetto Kubrik e non smetterò di cercarti, anche se il tempo passerà inesorabilmente. Un giorno sentirò il tuo delicato miagolio e correrò ad aprirti la porta; allora la felicità sarà  grande, incontrollabile, impazziremo dalla gioia :la nostra famiglia sarà di nuovo completa.

*La storia completa di Kubrik di Annarita ha partecipato al concorso "I Corti di Carta illustrati" ed è stata selezionata per la pubblicazione fuori concorso.

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