Lucky, il gatto di Iole

Di Valerio Moschetti

Ogni gatto ha delle aspirazioni. Grandi aspirazioni. Ne ho conosciuti alcuni che si sentono custodi della cultura, ecco per esempio Orlandino, simbolo indiscusso della Libreria, amante dei romanzi ed esperto di letteratura, antica e moderna. Oppure Zelig, il principino di Marina,  re dei tetti, sui quali insegue passerotti disperati o gabbiani infastiditi, rischiando spesso di suo. Cosa dire poi dei gatti di Marilena, uno, pacifico principe serenamente a riposo sul cuscino principesco che la sua padrona gli ha riservato, mentre Nok, intrepido spiderman, si arrampica sulle porte riuscendo ad aprirle; anche quelle chiuse a chiave! Mi mancava il gatto meccanico, aspirante pilota di formula uno ed esperto conoscitore di carburatori, centraline e cinghie di distribuzione. Questa è la storia di Lucky, il nuovo gattino di Iole, salvato da un infelice destino dopo un intervento che ha mobilitato addirittura i Vigili del fuoco. Erano due giorni e due notti che Iole lo sentiva miagolare, con cadenza ininterrotta. A lei non era servito molto tempo per capire che quel ripetitivo lamento era una richiesta di aiuto e, ora dopo ora, l’energia con cui arrivava si stava affievolendo. Scese in strada a cercare tra i cespugli, nei cassonetti e sugli alberi. Ma del gatto miagolante nessuna traccia! Iole non si perse d’animo e appostandosi in differenti punti della zona circoscritta, in cui aveva capito si trovasse il micio sfortunato, individuò una vecchia auto come il punto in cui si era rifugiato l’animale. Non fu semplice capire in quale parte dell’auto si nascondesse il gatto: aprii il bagagliaio, guardò sotto i sedili, sbirciando come poteva cercò di scrutare l’interno del cruscotto. Nulla, assolutamente nulla. Il miagolio diventava sempre più debole e la paura di non poter trovare l’animale diventò insopportabile. A questo punto Iole non esitò oltre, prese il cellulare e compose il numero dei Carabinieri i quali passarono immediatamente il comando dei Vigili del Fuoco. Non passò molto tempo e una camionetta sopraggiunse e a questo punto, visti i rinforzi, la ricerca diventò più semplice. Venne aperto il cofano del motore e fu chiaro a tutti che quello era il nascondiglio sfortunato in cui si era rifugiata la povera creatura, non riuscendo più a uscirne. Con una torcia, illuminando tra la meccanica dell’auto, a un certo momento Giorgio, il vigile paziente, riuscì a intravvedere la coda. Un bel guaio, la bestiola si era infilata dietro l’alternatore restando imbrigliata nella cinghia di gomma. Non c’era verso, era incastrata, sarebbe rimasta lì sinché ogni forza l’abbandonasse e una triste morte mettesse fine ai suoi giorni. Senza indugiare Giorgio si armò di chiavi inglesi, martello e pinze. Cominciò a rimuovere un carter, poi l’alternatore. La cinghia fu semplice tagliarla e, indossando un paio di guanti protettivi, arrivò all’orecchio del gatto, afferrandolo saldamente. Il povero micio, non gradì quella presa serrata e nonostante la protezione di cuoio, riuscì a graffiare il pompiere più volte. Tutta l’energia che le era rimasta venne utilizzata per difendersi in un estremo tentativo di fuga. Nessuno gli aveva detto che erano tutti li per salvarla; per quanto ne sapesse Iole e Giorgio erano un problema in più. Ma come tutte le storie che hanno una buona fine, furono le carezze, dolci, che lo calmarono. Lo mise nel trasportino e una volta tranquillizzata, le coccole lo fecero rilassare e pensare a un destino migliore. Iniziò a fare le fusa sonoramente. Siccome la sua passione per la meccanica non era passata, nonostante la terribile avventura, cominciò a ronfare come un motorino a quattro tempi. E così continua ancora oggi, quando nei suoi sogni sul divano, immagina di essere alla guida di una Formula Uno. Tutti felici in casa, tranne Misha, regina incontrastata, sino a quel momento. Per lei, trovata su un albero dieci anni prima, il tempo della tranquillità era finito. Lei non amava i rumori, le corse sportive, i misteri della meccanica. L’arrivo di quel novello Nuvolari divenne una vera rivoluzione.

Per gentile concessione di Valerio Moschetti dal suo bellissimo Blog

www.valmos.com

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