Nene

Di Cinzia B. (Ge)


Dedicato a Valentino e a tutti i randagini 

Fin da piccolina, avrei voluto la casa piena di: cani, gatti anche animaletti più piccoli, ma, in vero, il mio sogno era un cane; arrivavo ad immaginarlo sempre vicino a me, ormai trascinavo un guinzaglietto vuoto e parlavo normalmente al mio "amico": lo coccolavo, lo sgridavo (in verità poco...) me la prendevo con le persone che non lo vedevano e gli schiacciavano le zampine!!
Una sera mio papà arrivò a casa con un grande scatolone, dalla sua espressione capii che poteva contenere un regalo per me; il cuore iniziò a battermi a palla... cosa ci sarà mai stato dentro?
“Sicuramente un grosso regalo”… pensai; magari il mio sogno stava per diventare realtà, dalla curiosità non stavo più nella pelle, finché, il mio babbo si decise ad aprire il pacco misterioso... 
Quatta quatta mi avvicinai, curiosai dentro. lo vidi!
In fondo, nell'angolino più buio, scorsi una pallottolina bianca, sporca e tremante, ma che esserino poteva essere? Delicatamente lo presi fra le mani, non era proprio il mio sogno... ma perchè no?? Non avrebbe potuto diventare un amico pure lui??! Sentivo il suo cuoricino battere forte forte, gli occhietti chiusi, il nasino colante, era un gattino, o qualcosa di pelosetto assomigliante ad un gattino, lo trovo mio babbo abbandonato in un vicolo di Genova. Bisognava intervenire subito, il suo pancino brontolava dalla fame, la sua mamma non lo aveva più voluto con sé, perchè malaticcio e ultimo della cucciolata, una legge di natura che forse noi umani non possiamo capire ma le mamme gatte si... 
Contagocce latte appena tiepido... mmm la più grossa l'abbiamo tolta.
Bisognava trovargli un nome….Ecco trovato! E’ febbraio quasi la festa degli innamorati… è un micio tutto bianco… pensai… “Oh Valentino, vestito di nuovo, come le brocche del biancospino…” Questo fu il suo nome ma nessuno lo chiamò mai così, lui si girava e rispondeva solo a chiamarlo “Nene”, e così fu.
Piano piano, grazie all'aiuto del veterinario, il micetto iniziò a tirarsi su, ma aimè il suo udito rimase un pò debole, questo però, in un certo senso, lo fece diventare più astuto, attento; insomma, un vero “gattu da carruggi”. Cosi Valentino, ops pardon, Nene, diventò un gattone tutto bianco con splendidi occhi verdi, un vero felino... Della serie "Coccolatemi solo quando lo dico io!!! " Il mio amico inseparabile, così, non era proprio un cane ma iniziai a capire anche i gatti e me ne innamorai.
Fu il mio “primo amore” di molti altri, tutti trovatelli e randagini ma che c'è di più bello che poter dare loro affetto, un cuscino morbido su cui ronfare, pappa e coccole, stanne certo loro sanno essere riconoscenti, non tradiscono, non abbandonano... Da vero gatto maschio era il “re” del suo territorio scorazzava libero e felice in campagna, spesso tornava a casa reduce da mille battaglie, orecchie morsicate, occhi graffiati, zampe gonfie come salsicciotti…Da vero guerriero andava subito fiero incontro ad un’altra avventura.
Ma un giorno, era il 19 marzo di molti anni or sono, sentii l’eco di una fucilata rimbombare nel silenzio della campagna ancora addormentata…Invano aspettai dalla porta spuntare due occhioni verdi, invano aspettai di sentire anche in lontananza un miagolio tanto famigliare… invano lo chiamai disparatamente…
Nella notte nevicò, il mio pensiero fisso a Nene, speravo da un momento all’altro di vederlo arrivare zoppicante e affamato, nulla…Uscii a cercarlo nei prati e nei boschi, sulla neve fresca mille impronte…
Il cuore mi batteva all’impazzata, ma la speranza era sempre viva in me, finché tra il fogliame coperto dalla neve lo vidi…Il mio gattone fiero guerriero, aveva incontrato la cattiveria e la crudeltà umana…
Capii quello sparo a chi era diretto… piansi….So che Nene insieme a tutti gli altri gatti, sta correndo, sta cacciando felice e libero, al di là del “Ponte dell’Arcobaleno” dove un giorno potremo riunirci…
Se non vi ho annoiato vi racconterò come altri quattro zampe sono riusciti a far breccia nel mio cuore (per loro ci vuole poco) fino ad arrivare alla mia Burla soprannominata “iena”; pensate un po’, nel suo dna c’è anche quello di Nene, una sua discendente, me lo ricorda in tante cose, lo sguardo, il modo di fare gli “attacchi”, la puntina della coda un po’ piegata… 

 
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